Educare nelle scuole allo sviluppo sostenibile per progetti

Educare nella scuola allo sviluppo sostenibile per progetti
di Roberto Albanese

Le caratteristiche dell’educazione per progetti riportate in tema di educazione allo sviluppo sostenibile, anche con riferimento alla tematica dell’Agenda 21 Locale.

INDICE
1. Scuola e sviluppo sostenibile

2. Promuovere lo sviluppo sostenibile

2.a L’Agenda 21

2.b Il programma politico e d’azione della Unione Europea a favore dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile

2.c L’Agenda 21 locale

3. Scuola e sostenibilita’: tra riorientamento del curriculum e riforma strutturale

4. Educare nella scuola per progetti: punti forti e punti deboli

5. Agenda locale 21: progetti possibili per la scuola

All.

Principi e concetti fondamentali della sostenibilita’

Storia del concetto di sviluppo sostenibile

Evoluzione del concetto di sostenibilità ambientale

Lo sviluppo sostenibile nella gestione delle risorse, nella produzione e servizi, nella mobilita’

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1. Scuola e sviluppo sostenibile
Tutti attribuiscono alla scuola un ruolo essenziale per educare allo sviluppo sostenibile (di cui diamo per condiviso il concetto – Cfr. eventualmente All.a – b – c).

Come elaborare e gestire una risposta adeguata?

In effetti sono disponibili varie impostazioni e didattiche, la maggior parte delle quali mutuate dall’Educazione Ambientale e ad essa comuni (a riguardo vedi il panorama contenuto nella pubblicazione della Commissione Europea Environmental Education in the European Union – Brussels Luxembourg 1997). Ricordiamo lo studio d’ambiente, l’interdisciplinarietà, la ricercazione, ecc. Mutuando da altri ambiti la metodica del “problem solving”, diciamo che, in generale, ha maggiori possibilità di successo l’educazione “per progetti”.

Come impostare tale metodologia didattica?

Cominciamo guardando più da vicino altri progetti di sviluppo sostenibile (comprendenti peraltro al loro interno anche l’aspetto educativo).

2. Promuovere lo sviluppo sostenibile

2.A L’Agenda 21

Cos’è: documento conclusivo dell’Earth Summit di Rio de Janeiro (1992)

Raccolta di intenzioni e proponimenti non vincolanti

Struttura: Quattro sezioni -1. Dimensioni economiche e sociali

Conservazione e gestione delle risorse

Rafforzamento del ruolo delle forze sociali

Strumenti di attuazione

40 Capitoli – 1. Introduzione

Identificazione delle aree di programma

Basi di azione delle attività e degli strumenti attuativi

Sintesi delle proposte operative:

dimensioni economiche e sociali, con proposta di integrare i problemi ambientali nel processo decisionale e favorire la partecipazione di tutti coloro che sono coinvolti

conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo, in particolare attraverso la lotta all’inquinamento e politiche di risparmio e di efficienza energetica, anche per evitare il surriscaldamento dell’atmosfera

rafforzamento del ruolo degli attori principali, in quanto lo sviluppo sostenibile è compito che riguarda la società civile nelle sue varie articolazioni, oltre che i governi

strumenti di attuazione, con la quantificazione dei costi per quanto riguarda l’attuazione dell’Agenda 21 nei PVS in circa 600 miliardi di dollari annui, per coprire i quali si ricordano tutta una serie di opzioni (0,7% del PNL dei Paesi sviluppati, riduzione del debito, …)

2.B Il programma politico e d’azione della Comunita’ Europea a favore dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile

I temi dell’ambiente affrontati dal programma politico e d’azione della Comunita’ Europea a favore dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile:

* cambiamento climatico;

* acidificazione e inquinamento atmosferico;

* distruzione della natura e diversità biologica;

* impoverimento e inquinamento delle risorse idriche;

* deterioramento dell’ambiente urbano e delle zone costiere;

* rifiuti.

Settori d’azione prioritari per l’U.E.:

* gestione sostenibile delle risorse naturali: suolo, acqua, zone naturali e zone costiere;

* controllo integrato dell’inquinamento e prevenzione della creazione di rifiuti;

* riduzione dei consumi di energie non rinnovabili;

* migliore gestione della mobilità, grazie a decisioni in materia di assetto territoriale e mezzi di trasporto più efficaci e razionali dal punto di vista ambientale;

* elaborazione di un sistema coerente di misure per conseguire un miglioramento della qualità dell’ambiente urbano;

* miglioramento della sanità pubblica e della sicurezza, con una particolare attenzione per la valutazione e gestione dei rischi, per la sicurezza nucleare e la protezione radiologica.

2.C L’Agenda locale 21

Su questo punto ci dilungheremo un pò di più perché ad essa ci riferiamo per dare qualche suggerimento di attività

Definizione: processo attraverso il quale le autorità locali collaborano con i settori della comunità civile per redigere piani d’azione per la realizzazione della sostenibilità.

Origine: menzionata per la prima volta nel Capitolo 28 dell’Agenda 21. Viene riconosciuto il ruolo chiave delle autorità locali per il perseguimento dello sviluppo sostenibile.

Obiettivi: definire un Piano di azione ambientale locale

Raggiungere il massimo consenso tra i diversi attori sociali

Agenda 21 locale come processo

Significato operativo

Approccio locale allo sviluppo sostenibile

Costituita da una varietà di pratiche e di metodi che dipendono dalla specificità di ciascun contesto

Non esiste un “modello” comune al quale riferirsi

Il processo di Agenda 21 locale può diventare:

Una procedura di valutazione e coordinamento delle politiche di sostenibilità

Una pratica a monte del processo di pianificazione della sostenibilità urbana per promuovere ed innescare il programma locale di sviluppo sostenibile

Operatività per l’ente locale

Azioni interne

Migliorare la sostenibilità locale

Integrare il principio di sostenibilità nei progetti, nei piani, nelle politiche e nelle attività dell’ente locale

Azioni per la collettività

Favorire l’educazione sui temi ambientali

Consultare e coinvolgere le diverse componenti della comunità locale

Identificare una strategia di sostenibilità locale

Monitorare i risultati ottenuti

3. Scuola e sostenibilità: tra riorientamento del curriculum e riforma strutturale

Nell’ambito della Sesta sessione (20 Aprile – 1° Maggio 1998) della. Commission on Sustainable Development delle Nazioni Unite –– il Segretario Generale ha presentato una relazione sui temi dell’educazione, sensibilizzazione e formazione che evidenziava i seguenti aspetti.

Riorientare il curriculum verso la sostenibilità implica

Dare priorità al tema della cittadinanza, individuando contenuti e processi che valorizzino le virtù morali, la motivazione etica e la capacità di lavorare con gli altri per arrivare a costruire un futuro sostenibile.

Una potenziata attenzione nei confronti delle scienze umane e sociali. Le scienze naturali e la stessa ecologia sono un prerequisito certamente necessario ma non sufficiente per capire la sostenibilità. Si tratta invece di imparare le connessioni globali tra dinamiche e ecologiche e logiche del mercato, valori culturali, corretta decisionalità, azione di governo e impatti ambientali.

Il riconoscimento come uno dei compiti centrale dell’educazione deve rientrare quello di aiutare gli studenti a identificare quali sono gli aspetti di sviluppo non sostenibile che li riguarda e come affrontarli. Si tratta di sviluppare praticamente nei giovani capacità quali

Immaginazione di strade alternative di sviluppo e di vita

Valutare visioni alternative e più sostenibili di modelli di consumo e produzione

Costruire piani per realizzare i propri desideri

Imparare a sostenere scelte e a negoziarle

Partecipare alla vita della comunità portando tali visioni ad avere un effetto concreto

Appare evidente che in questo modo l’educazione alla sostenibilità:

diviene parte di un processo più generale di costruzione di una informata, interessata e attiva comunità

contribuisce all’educazione alla democrazia e alla pace

Una riforma strutturale della scuola è invece necessaria al fine di poter

riesaminare le indicazioni centrali per i corsi di studio e i libri di testo in modo tale da dare maggiore rilevanza a programmi di apprendimento di livello locale. Ciò va fatto garantendo comunque riferimento ad un quadro generale e a strategie di valutazione sviluppate a livello centrale

Individuare nuove strade per la valutazione dei processi e dei risultati dell’insegnamento, ovverosia della produttività e anche sostenibilità dell’istituzione scolastica scuola

4. Educare nella scuola per progetti: punti forti e criticità

Punti forti:

Modalità per creare motivazione e protagonismo a livello di allievi

Nuovo entusiasmo fra i docenti per il proprio ruolo professionale visto come rinnovato

Capacità di integrazione della componete cognitiva dell’educazione scolastica con le altre componenti (operatività, affettività, partecipazione al cambiamento, ecc.)

Stimolo ad una naturale relazione con l’esterno, non come oggetto da osservare ma come comunità viva e molteplice con la quale relazionarsi, creando alleanze e partnership legate ai contenuti del progetto

L’invenzione di un ruolo della scuola a livello di animazione comunitaria del territorio, partendo dal suo specifico ruolo formativo

Criticità:

Lo scadimento nel “tecnicismo” ripetitivo se il progetto non è in grado di inserirsi in un quadro ampio di riferimento del tema della sostenibilità, interpretato in termini generali e anche specificato nel livello locale di vita e relativamente ai bisogni reali dei ragazzi

Stress e forti ansie che si producono in un corpo docente non formato per tale compito e che è diviso fra pratica della educazione per progetti e didattica tradizionale richiamata dai programmi ufficiali

Le facili strumentalizzazioni del progetto per carrierismo politico, necessità di mettersi in luce dei politici, ecc.

L’imposizione da parte dell’Ente Locale alla scuola del compito di proprio comunicatore ufficiale nei confronti del territorio

Come gestire un progetto? Alcune avvertenze operative

Più che sulla natura di un progetto educativo e sulla sua struttura, ritengo utile evidenziare alcuni aspetti di gestione che, con la loro presenza o meno, condizionano la qualità dell’educare per progetti.

A – L’avvio del progetto.

Questa, in realtà, è una fase molto delicata, che condiziona in buona parte il suo sviluppo successivo. Si suggeriscono a riguardo le seguenti attenzioni:

A.I – Fare in modo che la presentazione iniziale del progetto avvenga in forma di proposta-stimolo. Ovvero come dare l’idea che il progetto è in realtà una storia/avventura (calibrata rispetto all’età degli studenti) aperta al protagonismo del ragazzo?

A.II – Avere il feed-back; ovvero cogliere la risposta dei ragazzi (e saperla valutare, rilevando preconoscenze, stereotipi, pregiudizi, ma anche aspettative, capacità, ecc.) e prenderla veramente sul serio. Ciò vuol dire – quasi sempre – arrivare alla modificazione del progetto ipotizzato dal docente.

A.III – Arrivare alla pianificazione definitiva del lavoro solo successivamente e sulla base del tipo di risposta avuta.

A.IV – Curare la concertazione del progetto con l’Ente Locale (compito molto delicato, visto il sempre presente rischio di strumentalizzazione).

B – Lo sviluppo del progetto.

Per garantire al meglio il raggiungimento delle potenzialità del progetto, è necessario programmare e poi sostenere un intervento che preveda:

B.I * il lavoro in classe a livello di ogni materia insegnata (almeno per una quota parte delle ore di insegnamento): solo così avviene la responsabilizzazione capillare di docenti e alunni;

B.II * il coordinamento generale e il controllo dello sviluppo complessivo del progetto attraverso il lavoro in team dei docenti;

B.III * la documentazione dello svolgimento dei lavori (individuando le modalità e le valenze formative e comunicative della documentazione più che le competenze. La macchina fotografica la possono usare tutti …).

C – La comunicazione dei risultati.

Questa è un’attenzione che forse solo il mondo della scuola sta iniziando a cogliere nella sua vera importanza. In primo luogo è quindi opportuno precisarne gli ambiti, differenziando tra comunicazione nella scuola e comunicazione al territorio.

C.I * comunicazione nella scuola. E’ attraverso la comunicazione che i ragazzi possono superare la percezione di svolgere percorsi parcellizzati a livello di singola classe, cogliendo invece l’esistenza di un unico itinerario formativo e operativo di tutto l’istituto.

C.II * comunicazione al territorio: gli strumenti specifici da utilizzare per comunicare a livello di grandi numeri e di spazi pubblici (le mostre, le spettacolazioni, le feste) hanno una loro specificità. Alcuni, ma non certo tutti, possono diventare patrimonio professionale degli operatori scolastici.

L’animazione territoriale richiede quindi la decisa entrata in campo dell’Ente Locale, con le sue strutture (Centri di aggregazione giovanile, Biblioteca, ecc.) e i suoi operatori (educatori, animatori, ecc.) a fianco della scuola.

Ancora più delicato, ma comunque necessario, il rapporto con i grandi mezzi di comunicazione (giornali, TV …) tutti purtroppo così condizionati dalla caccia allo scoop

.D – La valutazione.

Compito questo tanto importante quanto arduo da impostare e svolgere, e che si lega ad aspetti molto complessi, come ad esempio quello degli indicatori.

In questa sede ci si limita ad alcuni aspetti che, sia pure accessibili a tutti, talora non vengono considerati adeguatamente.

D.I * I vari materiali prodotti sono una miniera di informazioni da analizzare (per questo però vanno documentati, mentre successivamente la documentazione va organizzata per essere leggibile). Come è possibile attrezzarsi per rilevare ed eventualmente misurare i risultati ottenuti, in particolare a livello di processi educativi e della modifica di comportamenti, dei ragazzi in primo luogo ed, eventualmente, della comunità locale più in generale?

D.II * la verifica dell’adeguatezza del progetto iniziale: i ragazzi si sono veramente responsabilizzati? In che misura il progetto si è dimostrato idoneo ad essere autogestito dai ragazzi? L’esperienza è riproducibile o strettamente legata al gruppo che l’ha vissuta?

D.III * Le ripercussioni a livello di territorio in chiave di sostenibilità sui modelli di consumo e produzione: questi sono effettivamente già riscontrabili o sono possibili (e a quali condizioni) in futuro?

5. Agenda Locale 21: progetti possibili per la scuola

ENTE LOCALE
DINAMICHE GENERALI
SCUOLA

Attivazione del Forum (soggetti coinvolti a livello locale)
Orienta il processo di elaborazione e attua il monitoraggio dell’ l’applicazione
Accordo con l’Ente Locale e predisposizione di un progetto educativo educativo di istituto

Consultazione permanente
A livello di comunità locale:

– Individua bisogni

– Definisce risorse

– Individua potenziali conflitti tra interessi diversi
Partecipazione alla consultazione e avvio di attività specifiche a livello delle singole classi

Audit urbano

Redazione Rapporto sullo stato dell’ambiente
Raccolta dei dati di base sull’ambiente fisico, sociale ed economico. Costruzione attraverso indicatori ambientali del rapporto sullo stato dell’ambiente
Partecipazione alla raccolta dati e attenzione a cogliere la specificità dei comportamenti ambientali di bambini e ragazzi

Definizione degli obiettivi
Obiettivi legati a precise scadenze temporali
Partecipazione alla elaborazione degli obiettivi sulla base del lavoro svolto e di possibili contributi dei genitori

Piano di azione ambientale
Programma di azioni concrete necessarie per raggiungere gli obiettivi. Individua gli attori e le risorse finanziarie. Volto a migliorare le condizioni ambientali e la qualità della vita dei cittadini
Articolazione di azioni specifiche da attivare:

specificamente in ambito scolastico (scuola sostenibile)

come parte attiva inserita nella comunità locale

Attività di reporting ambientale
Mantenimento di procedure di controllo permanente sull’attuazione e sull’efficacia del piano di azione
Valutazione formativa dei prodotti realizzati e dei processi sviluppati

ALLEGATO

PRINCIPI E CONCETTI FONDAMENTALI DELLA SOSTENIBILITA’

Sostenibilità economica:

Capacità di carico

Garantire con un flusso costante di investimenti pubblici e privati un’efficiente allocazione e gestione delle risorse

Sostenibilità ambientale

Limiti ecologici

Ampliare i limiti riducendo l’impatto dell’azione umana sull’ambiente

Sostenibilità demografica

Capacità di carico

Relazione tra popolazione e modelli di vita

Sostenibilità sociale

Degrado sociale

Ridistribuzione del reddito e della ricchezza

Sostenibilità geografica

Diversità biologica

Migliorare la distribuzione territoriale degli insediamenti e delle attività

Sostenibilità culturale

Concetto di sostenibilità

Pluralità di soluzioni locali specifiche

Il pensiero sviluppato dall’ European Sustainable Cities Project dell’Unione Europea sottolinea in particolare i cinque seguenti principi chiave della sostenibilità:

Limiti ambientali

Management della domanda

Efficienza ambientale

Efficienza del Welfare

Equità

STORIA DEL CONCETTO DI SVILUPPO SOSTENIBILE

1987 – Rapporto Brundtland: Our Common Future (World Commission on Emvironment and Development)

1992 – Conferenza mondiale su ambiente e sviluppo (Earth Summit) di Rio de Janeiro

1992 – Quinto programma d’azione ambientale dell’Unione Europea

EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

+ Concetto di crescita economica = incremento nel tempo del Prodotto Nazionale Lordo o di consumo pro capite

+ Concetto di sviluppo = cambiamento che produce un miglioramento globale, economico ed extra-economico

+ I limiti dello sviluppo = sviluppo e ambiente sono in conflitto e non bisogna superare alcuni confini, pena un degrado irreversibile dell’ecosistema

+ Lo sviluppo sostenibile = sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri (ONU, Rapporto della Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo). Anche la povertà degrada l’ambiente

+ Ambiguita’ del concetto di sviluppo sostenibile: due diverse interpretazioni

* la generazione successiva deve ereditare uno stock di beni ambientali non minore dello stock ereditato dalla generazione precedente;

* la generazione successiva deve ereditare uno stock di ricchezza (ambientale e prodotta dall’uomo) non minore dello stock ereditato dalla generazione precedente. Questa seconda interpretazione inserisce in realtà un concetto discutibile di scambio\compensazione fra natura e beni prodotti dall’uomo.

LO SVILUPPO SOSTENIBILE NELLA GESTIONE DELLE RISORSE =

* controllo della qualità dell’aria

* gestione delle risorse idriche

* conservazione della qualità del terreno

* conservazione della natura e del paesaggio

* sicurezza ed efficienza energetica

* gestione demografica (compreso l’ambiente urbano, la sanità pubblica e la sicurezza)

* gestione dei rifiuti

LO SVILUPPO SOSTENIBILE NELLA PRODUZIONE E NEI SERVIZI =

* ubicazione (compr. VIA)

* licenze di esercizio

* controlli dell’inquinamento

* audit ambientale

* sviluppo tecnologico

* politica dei prodotti

* gestione dei rifiuti ambientali

LO SVILUPPO SOSTENIBILE NELLA GESTIONE DELLA MOBILITA’ =

* pianificazione del territorio (compr. VIA)

* pianificazione delle infrastrutture compresa scelta modale (VIA)

* gestione del traffico

* controllo dell’inquinamento degli autoveicoli

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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