I santi francesi del bello e del cattivo tempo: San Medardo e San Léobard

I santi francesi del bello e del cattivo tempo: San Medardo e San Léobard
di Roberto Albanese

San Medardo e San Léobard: santi della pioggia e della siccità

San Medardo
San Medardo è patrono degli agricoltori. E’ considerato l’artefice delle piogge ed anche, in certe zone della Francia, patrono dei birrai. La sua festa è celebrata l’8 di giugno.

Da bambino, all’età di appena dieci anni, incontrando un povero contadino che si disperava per aver perso il cavallo, si diede da fare per rimpiazzarlo, correndo alle scuderie del castello per trovarne un altro. Quando padre, un nobile che si chiamava Nector, accortosi della scomparsa di questo, partì alla ricerca del suo cavallo, iniziò a cadere una fitta pioggia, cosicché questi dovette ritornare a casa. Invece il piccolo Medardo, che era anche lui restato sotto la pioggia, non si bagnò affatto. Alla vista di ciò, Nector e sua moglie Protagia capirono che il cielo approvava l’operato del loro figliolo e decisero di lasciare il cavallo al contadino. E’ senza dubbio questo miracolo che fece credere che Medardo, all’atto del suo arrivo in paradiso, fosse stato incaricato di occupaesi della pioggia. “E’ ancora San Medardo che abbevera i puledri”, dicevano i contadini francesi quando un rovescio d’acqua interrompeva i loro lavori dei campi. E’ il santo del calendario più celebrato dalla verve dei proverbi francesi.

dal sito “Courrier de l’environnement de l’INRA (Institut National de la Recherche Agronomique)”

http://www.inra.fr/dpenv/pa.

San Léobard

San Léobard era un eremita che nel XIII secolo viveva Saint-Cernin (nel Cantal). Passava il suo tempo in preghiera e aveva preso l’abitudine di sfamarsi passando di porta in porta. Ma un giorno successe, nel villaggio di Ourzeau, che tutte le porte si aprirono ma per rovesciargli in testa dell’acqua bollente. Le donne del posto avevano infatti deciso tutte insieme di comportarsi in questo modo malvagio per scacciarlo da quei luoghi.

“San Léobard si vendicò facendo scendere per quaranta giorni su Ourzeau dell’acqua fangosa. Il sole non comparve mai durante questi tristi quaranta giorni che, lo capite bene, a queste donne dovettero sembrare un’eternità. Il quarantesimo giorno queste si prostrarono ai piedi di San Leobard. Lo supplicarono di perdonarle, di fare cessare quel diluvio e di permettere al sole di comparire sui campi di Ourzeau, perché la sua perdita mandava in pezzi quello che restava delle loro anime (…). Il buon San Leobard si lasciò intenerire. La pioggia cessò e il sole tornò a brillare in tutto il suo splendore, ma questo scaldò l’aria così forte e così a lungo (quaranta giorni senza la minima ombra) che le donne del villaggio andarono a chiedere ancora l’aiuto del santo eremita.

Da allora, a Saint-Cernin, (…) quando noi abbiamo la siccità, come l’anno scorso, il signor curato ci porta in pellegrinaggio alla fontana di San Léobard. Se piuttosto piove troppo, noi ci andiamo invece per chiedergli il bel tempo.” (**)

(**) La légende de Saint Léobard. Contes, in “Récits et légendes des pays de France” [Provence, Corse, Languedoc – Roussillon, Alpes, Auvergne], raccolta a cura di Claude Seignolle, Omnibus, 1998, Parigi, pp.1006-1008.

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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