Il sacro ed il magico, ricerca d’ambiente

LESSINIA / VALLI DI ILLASI E DEL TORRENTE ALPONE (Verona)

Ricerca d’ambiente sulle simbologie del sacro e del magico di Roberto Albanese

Riflessione sul rapporto fra immaginario ambientale e paesaggio, con presentazione di una documentazione fotografica relativa ad una semplice attività sul campo realizzata in Lessinia (VR).

Ogni territorio conteneva dei luoghi dove, secondo le credenze popolari, erano avvenuti avvenimenti terribili o meravigliosi, talora incorporati nella religiosità popolare cristiana piuttosto che rivestiti di connotati mitologici. La religiosità popolare cristiana in alcuni luoghi – si pensi alle aree montane ma anche ad alcuni territori meno periferici come la Brianza – ha lasciato tracce ancora evidenti. Qui si percepisce ancora un messaggio ben evidente: una sicurezza e un riferimento salvifico contro ogni tipo di male e di minaccia.

In queste icone ci si è identificati per secoli, anche se ai più oggi il significato sfugge o è colto solo superficialmente, anche in ragione dell’assenza delle basi di conoscenza minima che sono il presupposto di ogni chiara comprensione iconografica.

Il messaggio, per di più, ha un suo contesto spazio/temporale; si tratta di cogliere il momento, le vicende storiche attraversate dalla comunità che hanno prodotto questa identificazione ma anche la funzionalità rispetto al contesto ecologico (che facilmente può anche perdurare nel tempo). Si pensi, ad esempio, ad edicole o cappelle poste vicino a luoghi pericolosi (dirupi, passaggi stretti, …) magari a difesa di muretti di protezione; santi che sono ritenuti taumaturghi nei confronti delle acque, posti a difesa degli argini del fiume, ecc.

Talora – anche oggi! – la loro presenza è totalmente giustificata … Cogliere il santo significa quindi anche arrivare ad una determinata caratteristica ecologica di quel determinato territorio.

Le cappellette/simbolo, le immagini tradizionali presenti in un luogo, poi erano, solitamente, “agite” nei riti, quotidiani o eccezionali ed importanti. Queste erano normalmente passaggio obbligatorio nelle rogazioni per santificare i campi, punto di riferimento per processioni e pellegrinaggi, luogo di preghiera e di incontro. Momenti in gran parte di vita sociale e di gruppo.

Cosi dalla commistione tra cultura materiale e sacro, tra vita quotidiana e gestualità rituale si configura una relazione concreta e simbolica che lega persone, cose e spazio in un modo totalizzante

Ma i segni religiosi hanno pure una certa funzione magica, intesa a contrastare le forze malefiche. Spesso quindi l’iconografia cristiana aggiunge alle immagine sacre simboli e segni talora piuttosto problematici. Anche qui lo spazio è significativo: i segni della religiosità sono collocati in luoghi, come i crocicchi, i dossi, ecc. ritenuti itinerari abituali di entità avverse (streghe, demoni …). In questo modo ci addentriamo nell’immaginario pre-cristiano che l’ambiente comunque ancora contiene. Ecco quindi l’immaginario ambientale popolarsi di spiriti tutelari delle acque e dei boschi, di fate, folletti, giganti ed orchi … Di questi però non esiste sul territorio una iconografia ricca e ben evidente. La presenza e le sembianze di questi esseri sembrerebbero essere unicamente tramandate in fiabe e racconti della tradizione popolare orale. Ecco quindi uno spazio ancora lasciato (giustamente…) alla fantasia e alla creatività!

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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