Aurelia Josz e la Scuola Agraria

La storia centenaria di una antica istituzione e della sua fondatrice che hanno attraversato il XX secolo formando alla corretta gestione dell’ambiente, in chiave agricola ieri e più ampiamente ecologica oggi. I progetti di educazione ambientale e le battaglie degli ambientalisti negli anni ’70/’80 per evitarne la chiusura.

Indice:

  • E’ una domenica di novembre…
  • Ma di una cosa comunque si può essere sicuri.
  • Aurelia Josz nasce a Firenze nel 1869.
  • Nel secondo dopoguerra la Scuola attraversa la fase più difficile della sua storia
  • L’eredita di Aurelia Josz oggi

E’ una domenica di novembre…

… per arrivare alla Cascina Frutteto al parco di Monza il gruppetto di ragazzi cammina di fretta, cercando di evitare che l’umidità che è nell’aria entri fino alle ossa. In testa a tutti procede a grandi passi il naturalista grande amico del parco, che vuole introdurre i ragazzi alla direttrice della Scuola Agraria Femminile che ha sede proprio nella cascina.

Borbotta un po’ perché lui è un naturalista rigoroso e gli insetti li apprezza solo liberi nei prati. Un allevamento di bachi da seta nel parco? Che obbrobrio!

Il gruppo è tutto riunito attorno al grande tavolo dell’unica sala riscaldata della cascina; ad ognuno è stata fornita una grande tazza di te bollente e fumante… C’è silenzio e tutti sono in attesa; nessuno dei ragazzi ventenni se la sente di parlare prima della dottoressa Maria Nicolini.

– Ma allora dove potremmo mettere le tavole con i bachi? Forse la sistemazione migliore è la stalla della casa del fattore; va sgomberata e imbiancata… E le vecchie cannucce delle tavole dove deporre i bachi e le foglie di gelso vanno sostituite con una rete zincata…. La foglia è da somministrare almeno tre volte al giorno, compresa la mattina presto e la sera! Ma chi farà tutto ciò? E’ una bella sfacchinata… Una volta per i contadini era una entrata economica in più e per questo loro si sacrificavano; ma chi glielo fa fare a dei ragazzi d’oggi di prendersi un impegno del genere?

– Dottoressa, la maggior parte di noi è abituata a maneggiare libri piuttosto che martelli, ma quando ci prendiamo un impegno lo realizziamo… Parola di boy – scout!

– C’è anche un altro problema. Quando l’istituto di Padova ci manderà le uova dei bachi, si dovrà farle schiudere in un ambiente ben caldo, se no tutto andrà alla malora. Ma come si può riscaldare tutto quello stanzone? A maggio può fare ancora freddo in certi momenti….

– Potremmo fare così. Mi porterò a casa io il seme e aggiungerò una stufa elettrica in camera da letto. Allora il nostro bimbo sarà nato da poco e al caldo staranno bene lui e i bachi!

– Ma guarda un po’! E’ proprio così che un tempo facevano i contadini…

Il nostro incontro immaginario non finì certo qui. Un allevamento di bachi da seta, anche se solo dimostrativo e a fini didattici, è comunque una cosa complessa che non si organizza scambiando qualche battuta.

Ma di una cosa comunque si può essere sicuri.

Tra i ragazzi e l’anziana direttrice, tra i primi ambientalisti degli anni ‘70 e i rappresentati della Scuola Agraria Femminile del parco di Monza ci fu subito feeling. Forse non è sbagliato pensare ad una sorta di reciproco implicito riconoscersi nonni e nipoti, al sentirsi insieme parte di una storia che continuava…

Ma come mai questa grande e praticamente immediata sintonia? C’è da pensare che fosse insieme questione di idee e di persone. E quindi della Scuola Femminile d’Agraria, e in particolare della sua fondatrice, Aurelia Josz (vedi immagine a lato), che adesso ripercorreremo brevemente la storia, oggi, in occasione dei cento anni della fondazione di questa istituzione. Questo ci spiegherà tante cose.

Aurelia Josz nasce a Firenze nel 1869.

La sua è una famiglia borghese di origine ungherese.

Frequenta gli ambienti culturali cosmopoliti della città toscana, dove è presente una consistente colonia di stranieri e il dibattito sulla questione femminile è particolarmente vivace. Del resto, in quegli anni, il tema dell’emancipazione della donna è sinergico rispetto alla questione della giustizia sociale, interpretato dal mondo del nascente movimento socialista..

Aurelia Josz si trasferisce a Milano per insegnare presso l’Istituto Magistrale Tenca; nel 1902, grazie al sostegno di un comitato di illuminati benefattori, prende vita la Scuola Agraria Femminile, in uno spazio di 300 m2 alle Stelline, dove studiano e lavorano 30 ragazze.

L’organismo sarà stabilmente sostenuto dalla Società Umanitaria e quindi è plausibile ritenere che si sia inserito in un certo qual modo nella rete delle istituzioni sociali del socialismo milanese. Nel 1920 la Scuola diventa Ente Morale.

La fondatrice sostiene la sua visione non solo di dignità della donna ma anche una visione del mondo legata all’importanza della funzione dell’agricoltura, definita allora “idea georgica”, una idea guida che – in un certo qual modo – potrebbe corrispondere all’ambientalismo di oggi.

Proprio per questa impostazione, la Josz ripone inizialmente fiducia nella “agrarietà” del nascente regime fascista, fino al successivo disincanto verificatosi all’inizio degli anni ’30. Il fascismo del resto inizialmente si avvale della Scuola per i suoi programmi di formazione rurale per poi invece istituirne una propria, di provata fede fascista, a S.Alessio nei pressi di Roma.

E’ in quegli anni che la Josz rifiuta la tessera del partito e le vengono quindi revocate le onorificenze precedentemente attribuite.

Dopo un periodo di chiusura, la Scuola riprende l’attività nel 1933 a Cimiano; allora alla Josz succede come direttrice la dott.ssa Maria Nicolini (che rivestirà tale funzione fino al 1984). Aurelia Josz, raggiunta l’età della pensione, lascia l’insegnamento e si ritira in Liguria. Proprio qui viene arrestata durante una retata nazifascista e deportata a Auschwitz, dove morirà il 1° luglio del 1944.

Nel ’45 la sede di Cimiano è devastata da alcuni partigiani e così la Scuola chiude fino al 1956, quando si trasferirà nella Cascina Frutteto al Parco di Monza, dove riprende la sua attività (vedi foto a lato).

Nel secondo dopoguerra la Scuola attraversa la fase più difficile della sua storia

La Scuola riprende la sua attività nel 1957, affiancando alla direttrice Maria Nicolini in qualità di Presidente il Conte Luigi dal Verme, e più in là l’ing. Adele Racheli, donna altrettanto determinata e lungimirante, una delle prime donne ingegnere d’Italia.

Sono gli anni in cui in Italia e in Brianza esplode la questione ambientale; il Lambro è ormai una cloaca e le sue acque, portate nel parco attraverso la roggia Principe che passa proprio dentro i terreni della cascina, sono spesso coperte da una schiuma densa e spessa.

E’ qualcosa che sconvolge e neanche può essere concepito dalla energica direttrice, che sconsolata rileva in questi fenomeni un premonitore segno dei tempi. Infatti sul finire degli anni ’70 si assiste ad un tentativo di soffocamento e di emarginazione della Scuola; malgrado questa avesse cercato di adeguare i suoi programmi ai nuovi bisogni educativi della società (la Scuola infatti è tra i primi enti di formazione in Italia a organizzare corsi di alimentazione e di agriturismo).

A fianco della Scuola si schierano invece i giovani ambientalisti del Comitato per il Parco Regionale della Valle del Lambro che, a cavallo tra gli anni ‘70 e gli anni ’80, lottano contro la privatizzazione del parco di Monza e per il suo recupero. Gli ambientalisti denunciano il tentativo di estromissione della Scuola dal parco messo in atto dagli amministratori del Comune di Milano (che avevano bloccato ogni manutenzione della cascina, con il risultato che il tetto aveva incominciato ad andare a pezzi …) e chiedono invece la valorizzazione di questa come base per un programma di rilancio di un uso sociale sostenibile del parco (nonché, prioritariamente, la sistemazione del tetto…).

Sono questi gli anni in cui nella scuola ritornano i bachi da seta, allevati dagli ambientalisti sotto la direzione della dott.ssa Nicolini; una riproposta che, partendo dalla specificità della storia del territorio brianzolo, intende raggiungere obiettivi di sensibilizzazione e di educazione ambientale.

Migliaia di ragazzi sono coinvolti in questa esperienza nonché nei laboratori natura organizzati presso la cascina Frutteto durante i centri estivi dei Comuni di Nova Milanese e di Muggiò.

Finalmente la battaglia per la difesa della Scuola Femminile d’Agraria è vinta nei primi anni ’80.

L’eredita di Aurelia Josz oggi

Questa difficile fase è definitivamente lasciata dietro le spalle con l’arrivo del nuovo direttore, il dott. Sergio Zerbini. La Scuola – adesso non più solo femminile – si apre anche ai temi della progettazione, gestione e manutenzione del verde ornamentale, dell’ecologia (diventando un punto di riferimento nazionale ed europeo in tema di compostaggio) e di svariati altri aspetti. Ma tutto ciò fa parte della cronaca dei nostri giorni…. E per essere bene informato a riguardo vai al sito monzaflora (www.monzaflora.it ).

Ringraziamo il dott.Zerbini per averci gentilmente fornito le foto qui presentate.

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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