I “Cimbri” della Lessinia (VR)

Introduzione alla conoscenza della Lessinia e dei Cimbri.
Una “bioregione” della fascia prealpina veronese, vista nei suoi aspetti geografici, ambientali e culturali, con particolare attenzione alla storia della minoranza etnica di lingua tedesca dei “Cimbri”.

Indice:

  • 1. Premessa
  • 2. Informazioni geografiche
  • 3. Informazioni storiche sulla Lessinia e sui “Cimbri”
  • 4. Bibliografia

LINKS:
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L’immaginario delle catastrofi dei Cimbri
L’Erbecedario della Lessinia: cultura e sviluppo sostenibile in montagna
I nonni dei verdi. Don Zocca, erborista di Dio

1. Premessa

Le informazioni e le considerazioni qui riportate intendono rappresentare una premessa alla realizzazione di itinerari sul campo in uno specifico territorio, quale la Lessinia, che per le sue caratteristiche ambientali e storiche si presta ad essere un laboratorio di educazione ambientale e anche, nel nostro caso (almeno per alcuni aspetti), di educazione interculturale.

Infatti nella zona specifica della Lessinia che è stata da noi prescelta rientra il territorio che più emblematicamente è legato alle vicende del gruppo etnico di lingua tedesca che si è collocato più a sud su tutto l’arco alpino: i c.d. “Cimbri”.

Pensiamo che questa zona rappresenti un contesto per molti aspetti ideale al fine:

di una lettura dei temi ambientali, come quello da noi prescelto del dissesto idrogeologico e della sua prevenzione, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile di un territorio e della comunità locale;

della sperimentare una metodologia di lavoro in chiave di animazione, dove ecologia pratica e ricerca culturale ed espressivo / comunicativa sull’immaginario popolare (che risulta essere con evidenza il risultato dell’incontro di diverse culture etniche) si possano legare in un unico continuum.

2. Informazioni geografiche

La Lessinia è un’area geografica che si colloca nella fascia prealpina, con i punti più elevati che arrivano a raggiungere un’altezza massima di 1876 metri con il Monte Torrazzo. Ha la caratteristica di un altopiano solcato da cinque valli (Valpolicella, Valpantena, Val di Squaranto, Val d’Illasi e Val d’Alpone) ed esteso circa 800 kmq che è delimitato ad ovest dalla valle dell’Adige, a nord dalla valle dei Ronchi, ad est dalla valle del Chiampo e a sud dalla pianura padana veronese.

La conformazione geologica della zona vede il prevalere di rocce sedimentarie e rocce vulcaniche. La gran parte dell’altopiano della media Lessinia, vede la diffusa presenza di svariati fenomeni carsici e di erosione, con una morfologia caratterizzata dal susseguirsi di pendii, pareti, gradoni, voragini.

Il clima della zona, grazie alla presenza a nord est del gruppo del Carega (2259 m) difende la regione dai venti freddi del nord e all’esposizione a sud dell’altipiano, è mite e temperato il clima della zona. Le precipitazioni sono scarse tra gli 800 e i 1000 metri, per crescere con l’aumentare dell’altitudine. Le piogge più intense si hanno in primavera e in autunno.

La vegetazione presenta caratteri che la definiscono come intermedia tra un ambiente sub-mediterraneo ed uno medio-europeo.

La Lessinia si configura come un altipiano – solcato da cinque valli – che degrada verso la pianura Padana. Essa è delimitata a nord dalla Valle dei Ronchi, a sud dalla pianura Padana, a ovest dal fiume Adige e ad est dal fiume Chiampo. Le sue alture ad Ovest rientrano nelle Prealpi Venete, con cime tra i i 1.500 e 1.800 m, e il gruppo del Carega a Nord-Est (che supera i 2.200 m). La fascia centrale si attesta invece tra i 1.000 e i 1.300 m.

Il territorio rientra soprattutto nei confini della provincia di Verona e in parte minore in quelli delle province di Vicenza e di Trento.

Dal punto di vista geologico, il territorio si caratterizza per la presenza di rocce sedimentarie e rocce vulcaniche. Acqua, giacchio e vento hanno nel tempo dato origine ad una consistente erosione, che si manifesta anche in svariati fenomeni carsici (con doline, grotte, voragini …) e varia modellazione delle rocce.

Il clima e mite e temperato, perchè la zona è riparata dai venti del Nord grazie alle cime settentrionali. Le zone inferiori godono poi di un clima relativamente asciutto. La dolcezza del clima ha consentito la coltivazione di alberi da frutta, e vegetazione spontanea di lecci, frassini, roverella … Tra i 500 e i 900 m compaiono castagneti e querceti, mentre più in alto c’è la faggeta, accompagnata da abete rosso, larice, betulla. Dai 1.600 m iniziano i pascoli.

L’intenso utilizzo da parte dell’uomo e la caccia hanno ridotto di molto la consistenza del patrimonio animale.

3. Informazioni storiche sulla Lessinia e i “Cimbri”

La zona (abitata fin dal Paleolitico) è stata oggetto di un consistente sfruttamento, inizialmente di tipo unicamente forestale (per il legname e il carbone) e poi anche per ricavare pietra da costruzione.

Tale fenomeno, storicamente, si è connesso all’insediamento di una colonia bavaro/tirolese, iniziato prima del mille. Il fenomeno si intensificò nel 1700, ad opera di mercanti veronesi.

L’insediamento di queste popolazioni di origine germanica interessò in particolare le zone più alte dell’altopiano (i c.d. Tredici Comuni, indicati nella cartina accanto), non abitate dalla popolazione autoctona, che si concentrava nelle parti basse, dove era arrivata la colonizzazione romana.

E’ infatti storicamente documentata la presenza nella Lessinia orientale di un gruppo etnico germanico che venne denominato “Cimbri”. Questo, tra il 1286-87, ottiene dal Vescovo di Verona l’autorizzazione allo sfruttamento della zona a scopi forestali e di pastorizia. E’ comunque probabile che questo nucleo si sovrappose ad una preesistente presenza di popolazioni di origine longobarda.

Queste popolazioni dei c.d. “Tredici Comuni” mantennero viva la loro identità grazie ad una serie di “privilegi” economici e culturali garantiti dalla Repubblica di Venezia in cambio della vigilanza militare dei Cimbri sui valichi verso il Brennero.

Crisi economica e ambientale per sovrasfruttamento della montagna, perdita dell’autonomia in ragione del centralismo napoleonico e poi italiano, portarono nel XIX secolo i “Cimbri” all’emigrazione e all’assimilazione nel gruppo etnico italiano.

Oggi quindi non è più possibile parlare della presenza in Lessinia di una minoranza etnica cimbra ma piuttosto della parziale sopravvivenza – per merito di persone e associazioni locali – di retaggio linguistico e di aspetti delle tradizioni culturali cimbre (da non molto tempo raccolte e conservate in un “Museo dei Cimbri” a Giazza e, ancora prima, dal centro di documentazione “Taucias Gareida” a Verona).

La natura e la cultura delle popolazioni insediate in questo territorio, il modo di vivere e di lavorare hanno plasmato col trascorrere dei secoli un paesaggio molto particolare, che oggi si tenta di preservare e valorizzare grazie all’istituzione del parco regionale dei Monti Lessini e ad una rete di musei locali.

4. Bibliografia

ARTURO GARANTI, I tedeschi sul versante meridionale delle Alpi, ristampa, Edizioni Taucias Gareida, Giazza – Verona, 1984.

ANGELO BORGHETTI, Antichi privilegi e correlativi oneri inerenti alle montagne del carbon nei Lessini, ristampa, Edizioni Taucias Gareida, Verona – Giazza, 1984.

PIERLUIGI ZORZI, Cellore d’Illasi. Documenti e storia fino al 1800. Edizioni Taucias Gareida; Giazza – Verona, 1991

GIUSEPPE RAMA, Val Fraselle. Natura, toponomastica, folklore. CIERRE edizioni, Verona, 1992

CTS LESSINIA, Lessinia Scuola. Schede, Grafiche P2, II edizione, 1996.

ROBERTO CHIEJ GAMACCHIO, Dieci itinerari in Lessinia, Demetra, Bussolengo (VR), 1996.

Lietzan – Giazza, Cimbri – Tzimbar, Vita e cultura delle comunità cimbre. Rivista semestrale del Curatorium Cimbricum Veronese. Anno XI – Numero 21; gennaio – giugno 1999. Numero speciale per il 25° di fondazione del Curatorium Cimbricum Veronese. Edizioni Curatorium Cimbricum Veronese

CARLO NORDERA (a cura di), Giazza – Ljetza ieri e oggi. Edizioni Taucias Gareida; Giazza – Verona, 1999

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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