Scambi internazionali giovanili ed Europa: la prospettiva di Green Man

Scambi internazionali giovanili ed Europa: la prospettiva di Green Man
di Roberto Albanese

Introduzione

Ecco, brevemente, il nostro quadro di riferimento per quanto riguarda gli scambi giovanili.

  1. La prima fase di questa riflessione descrive quelli che, dal mio punto di vista, sono i bisogni educativi dei giovani europei.
  2. La seconda parte definisce una strategia educativa e i suoi diversi settori, in particolare gli scambi giovanili, appunto.
  3. Infine, l’ultima parte mette a fuoco una serie di elementi rilevanti a livello di animazione di progetti di scambi internazionali giovanili, come sono stati da noi sperimentati negli ultimi quindici anni.

La nostra prospettiva

1) Quattro anni fa incontrammo una sociologa slovena Mirijana Ule ad un convegno sulla condizione giovanile nei paesi dell’Europa occidentale ed orientale. Ora, lei disse, sembra che tra i giovani europei ci siano molte somiglianze. La durata della transizione verso l’età adulta si dilata, rispetto a quanto avveniva in passato, mentre i giovani sembrano essere particolarmente vulnerabili ai pericoli della attuale cd “società a rischio”. In questo periodo di transizione, sono sostanzialmente soli, davanti alla TV o al pc, privi di qualsiasi aiuto educativo. Infatti:
. la scuole manca di risorse economiche per funzionare adeguatamente, mentre i professori sono solamente istruttori e non educatori;
. i genitori non hanno tempo per i loro figli;
ecc.

I giovani vivono in modo difensivo, non dispongono di un loro orientamento e vanno in panico quando devono effettuare scelte rispetto al loro futuro. Così il senso dell’avventura è scomparso. Si preferisce restare nei gruppi di amici, trovarsi nelle cantine o in luoghi rifugio del quartiere, senza sperimentarsi su nuovi percorsi…. Infatti, spiega il sondaggio d’opinione effettuato nel 2001 da Eurobarometro, il 44% dei giovani europei tra i 15 e i 24 anni non hanno visitato un altro paese europeo negli ultimi due anni. Dunque sono proprio i giovani i primi avversari degli scambi internazionali?

Quale che sia la risposta, ci siamo resi conto che questo problema esiste dappertutto. E’ una grande difficoltà per tutti i paesi europei. Se dunque il problema è globale, l’UE è il livello idoneo per agire insieme rispetto a questo enorme cambiamento educativo nel quale c’è necessità di impegnarsi.

2) Da sempre Green Man si interessa di educazione e questa è anche la parte più rilevante della nostra attività. Così in questi ultimi anni ho potuto studiare e contribuire a realizzare progetti in cinque differenti ambiti di lavoro, che riteniamo siano strategici al fine di organizzare nuovi adeguati supporti educativi per i giovani.

1. Scuola: gli studenti, piuttosto che di un sapere settoriale e specializzato, hanno bisogno di una conoscenza di tipo generale, e dunque di una educazione al progetto. E la scuola deve condividere ciò con la comunità locale e le associazioni.

2. Media: i giovani devono poter controllare i media, e non essere controllati da questi.

3. Cittadinanza: i giovani devono essere attori sociali e politici di democrazia partecipativa, a tutti i livelli.

4. Ambiente: le autorità locali devono considerare le comunità e gli spazi urbani come ambiente positivo nei confronti dei giovani, favorendo possibilità come giochi di strada, ecc.

5. Apertura al mondo: i giovani devono poter vivere il mondo globalizzato, controllandolo e costruendo la pace.

Gli scambi internazionali forse sono lo strumento più importante al fine di rendere i giovani capaci di controllare la globalizzazione; questi, del resto, al tempo stesso sono il mezzo più idoneo per arrivare a migliorare gli standard di qualità di scuola, media, cittadinanza e ambiente, portandoli sui livelli più elevati, nonché per creare soluzioni comuni europee innovative relativamente ai problemi più rilevanti della società attuale. Per realizzare progetti di scambio che siano all’altezza di queste aspettative, facendo al tempo stesso partecipare le comunità locali perché queste siano pienamente partecipi del processo, la strada più opportuna passa attraverso l’attuazione di accordi internazionali di amicizia e di gemellaggio tra comunità locali di differenti paesi.

Ma quali sono i soggetti di progetti di scambi giovanili? Le associazioni giovanili, gli enti locali e le scuole hanno un ruolo importante, ma nessuno di questi ha la funzione di protagonista unico. Infatti, sempre sulla base dei dati riportati dal citato sondaggio di opinione realizzato nel 2001, bisogna essere consapevoli che metà dei giovani europei non appartiene a nessuna associazione, dunque la scuola, come testimonia l’indagine Eurobarometro, è il mezzo fondamentale attraverso il quale i giovani partecipano alla società. Così, a mio parere, la soluzione migliore è quella di promuovere reti di attori differenti, che coinvolgano associazioni giovanili, famiglie, operatori sociali, scuola, che interagiscano insieme. Con l’ente locale nel ruolo di coordinatore.

Dobbiamo essere convinti che gli scambi internazionali sono uno degli strumenti più utili al fine di controllare il timore che I giovani esprimono nei confronti del futuro, al tempo stesso partecipando alla costruzione della cittadinanza europea. Specificamente, uno scambio giovanile internazionale può essere una strada e un contesto formativo in tema di cittadinanza europea. L’utopia di Europa diventa concreta se noi siamo in grado di sviluppare un insieme di contenuti culturali e psicologici, come:
. la percezione della diversità culturale come appassionante occasione per aprire le menti e sviluppare la creatività, piuttosto che concepirla invece come una minaccia all’identità;
. il sentirsi a casa propria in qualsiasi luogo d’Europa, in quanto si condivide un comune modello europeo di vita (ovvero di qualità di vita e di ambiente);
. la conoscenza e la capacità di utilizzo delle nuove opportunità istituzionali che si aprono in ambito europeo (per esempio, a livello di nuova costituzione europea);
. l’accesso agli strumenti di informazione, permettendo in questo modo ai giovani di essere attore sociale e politico nel quadro della globalizzazione;
. la consapevolezza del compito dell’Europa nel mondo, per la promozione della pace, dei diritti dell’uomo, dello sviluppo sostenibile.

Abbiamo sicuramente bisogno di questi contenuti, come pure di un approccio pedagogico chiaro, capace di far dialogare conoscenza e sentimento. Ovvero un dispositivo pedagogico:

A. inserito nella specificità che caratterizza un tempo di vacanza, e che per ciò sia attento ad un buon dosaggio di svago e contenuti culturali in una situazione di educazione non formale;

B. che proponga una esperienza comunitaria profonda, ovvero capace di legare narrazione metaforica e il senso di avventura legato al partecipare davvero, sia pure in piccolo, alla realizzazione del nuovo progetto europeo.

Ecco dunque la sfida e noi in questi anni abbiamo fatto (pensiamo …) qualcosa di buono che Green Man Magazine vuole ora raccontare.

Secondo noi, ogni scambio internazionale è una potenziale “storia di successo” nell’avventura verso una vera cittadinanza europea dei giovani ma è altrettanto, forse ancora prima, rituale di transizione che aiuti i giovani a superare la paura del futuro. In altri termini, uno scambio è un’esperienza di comunità di giovani, gestita da loro stessi o con degli animatori, che produce un progetto finalizzato a:

vivere insieme alcuni giorni di realtà quotidiana, condividendo abitudini e comportamenti all’interno di un quadro comune di stile di vita europeo;

affrontare assieme un problema o un timore condiviso, proponendo soluzioni pratiche messe in atto dai giovani stessi all’interno di un progetto pilota;

raccontare la storia del progetto attraverso diverse modalità comunicative (teatro, media, ecc.) proposte a livello locale ma anche globale;

sperimentare forme di democrazia partecipativa, ossia, ad esempio, facendo precise proposte ai decisori politici relativamente al tema trattato durante lo scambio.

Conclusioni

1. Il fatto di avere l’opportunità di vivere esperienze di scambi internazionali rappresenta per i giovani una importante risorsa, che facilita e sostiene la transizione all’età adulta, in particolare aiutando a controllare sentimenti di paura e ad assumere una dimensione di cittadinanza coerente con il quadro della globalizzazione.

2. Gli scambi internazionali, se sostenuti da un adeguato progetto educativo attento ai contenuti culturali e psicologici, sono la giusta strada che porta a costruire cittadini europei coscienti della missione affidata dai nostri tempi alla nuova Europa.

3. Compito di tutte le persone disponibili (la rete di cui si è detto, costituita dalle associazioni giovanili, dalle famiglie, dagli operatori dei media, dalle comunità locali e dalle scuole) è di incoraggiare a livello locale una discussione e una cooperazione aperta e continua che interessi i giovani e gli operatori. Le istituzioni europee, e in particolare la Commissione Europea, possono aiutare a sviluppare questo lavoro in direzione di configurare una piattaforma europea per una strategia comune e ben organizzata in tale ambito.

ULTIMO AGGIORNAMENTO: 31 gennaio 2005

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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