Un istituto per educare all’Europa

  • Un appello e un impegno
  • Formare i giovani all’Europa
  • Premessa
  • Storia di questa proposta
  • Analisi della situazione e definizione di priorità di intervento
  • Utenza
  • Obiettivi generali dell’organismo
  • Struttura
  • Finanziamento
  • Realizzazione dello studio di fattibilità

UN APPELLO E UN IMPEGNO

Crisi come quella della guerra in Kosovo e crisi sociali, come la perdurante disoccupazione, stimolano a porsi la domanda di quale sia il senso e il compito del progetto europeo in un mondo sempre più globalizzato e governato da poteri e da grandi concentrazioni economiche sovranazionali svincolate da ogni controllo democratico.

Pensiamo che un compito fondamentale sia quello di fare di tutto il continente europeo e del bacino Mediterraneo un’area di pace e di rispetto dei diritti umani, sviluppando lo scambio e l’integrazione fra società in prospettiva interculturale. Con altre centinaia di cittadini europei abbiamo già espresso al Parlamento Europeo questa convinzione con la petizione 409/99, accolta dalla Commissione Petizioni in data 28 ottobre 1999.

La visione che ci guida è quella di un modello politico di Europa dei cittadini e della democrazia, che si sostanzi non solo a livello di trasparenza delle istituzioni ma anche di rafforzamento della capacità della società civile di controllare ma anche di condividere politiche pubbliche progettuali.

Pensiamo, tra l’altro, all’urgente necessità di interventi che portino a concretezza la sfida dello sviluppo sostenibile, sia nelle grandi scelte strutturali, come a livello di politiche locali e di stili di vita dei cittadini.

Queste preoccupazioni devono essere la guida all’impresa di arrivare a costruire un grande sistema europeo di educazione, istruzione e ricerca nella formazione delle risorse umane. Tale progetto deve interessare istituzioni, economia ma anche il tessuto del pluralismo sociale, sapendo coinvolgere le energie della società civile europea.

Abbiamo bisogno di dotarci con urgenza di strumenti per formare il giovane europeo del 21° secolo, proiettato e lanciato nel mondo in trasformazione, nella transizione ecologica, nella lotta per la tutela dei diritti umani e nella costruzione della pace e della stabilità di aree chiave come il sud est Europa e il Mediterraneo, nell’esperienza di mettere in comunicazione culture diverse.

Vi sono molte esperienze sperimentate a livello di società civile europea che, se fossero debitamente valorizzate, potrebbero essere di esempio e di aiuto nella costruzione di questo futuro ed in particolare nella predisposizione di adeguati curricula formativi per giovani professionisti, animatori giovanili, insegnanti..

Pensiamo che un impegno di questo tipo rappresenterebbe anche un importante contributo da parte europea alla riuscita della “Decade per la cultura di pace e non – violenza per i bambini del mondo” (2001 – 2010) proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Formuliamo quindi alle istituzioni europee la proposta di costituire un Istituto per la formazione dei giovani all’Europa e dichiariamo la nostra disponibilità ad impegnarci per studiare un progetto di fattibilità secondo le ipotesi di lavoro precisate nell’allegato documento dal titolo Formare i giovani all’Europa.

Roberto Albanese (Milano)

Rosa Costa Pau (Barcellona)

Karl Schibel (Francoforte)

FORMARE I GIOVANI ALL’EUROPA

PREMESSA

Questo documento rappresenta un primo abbozzo delle linee generali per un progetto che delinei non solo i contenuti ma anche le modalità organizzative di una nuova istituzione civile che operi nel campo della formazione dei giovani all’Europa. Nelle righe seguenti troverete spiegate l’origine di questa proposta e le linee guida che l’ispirano.

Siamo quindi alla fase 1 del progetto (l’idea) alla quale dovranno fare seguito ulteriori approfondimenti relativamente ad uno studio di fattibilità (di cui intenderemmo incaricarci) che ne sviluppi:

Contenuto;

Applicazione:

Definizione dei costi;

Controllo.

Con questa proposta intendiamo misurarci con una grande sfida che, nel contesto della globalizzazione, ci viene proposta: formare il giovane europeo del 21° secolo proiettato e lanciato nel mondo per affrontare operativamente – con professionalità e spessore etico – i nodi critici dello sviluppo sostenibile, della pace, dell’intercultura.

L’istituto dovrà poter disporre di alte professionalità funzionali per rispondere alle diversificate funzioni a supporto dell’intervento sociale ed educativo del formatore o del giovane professionista interessato dai suoi programmi. Del resto dovrà anche saper usare le tecniche più avanzate e l’attività del centro dovrà necessariamente essere ampiamente improntata alla multimedialità

Tuttavia quello che più qualificherà il suo operato sarà l’applicazione pratica del sapere attraverso l’esperienza diretta e, ancora di più, la valorizzazione delle più significative esperienze dirette della società civile europea nell’ambito della pace, dell’ambiente e dell’intercultura al fine di ricavare adeguati ed innovativi curricula educativi e formativi.

STORIA DI QUESTA PROPOSTA

Questa proposta proviene da un area di persone impegnate nell’ambito dell’educazione dei giovani in una dimensione europea ed internazionale che in questi ultimi dieci anni si è spesa in particolare sui temi della pace, dell’ambiente e della democrazia.

Fra di noi ci sono esponenti di ONG, insegnanti, funzionari pubblici e semplici cittadini. Molti di noi hanno realizzato progetti di scambio e cooperazione autogestiti e anche attuati nell’ambito di programmi promossi dall’Unione Europea, dal Consiglio d’Europa e dalle regioni.

In particolare abbiamo cercato di reagire alla grave crisi della ex-Jugoslavia, agendo concretamente a livello di solidarietà internazionale ed anche presentando alle istituzioni europee le nostre idee e proposte, espresse utilizzando i canali della democrazia diretta. In occasione della guerra in Kosovo, abbiamo presentato al Parlamento Europeo una petizione (la petizione n.409 del 1999), che è stata da questo accolta.

Questa petizione chiedeva all’Unione Europea anche un impegno per sostenere quello sforzo di promozione dell’educazione alla pace che è in atto in Europa a livello di società civile e di agire attraverso i media per stimolare una chiara coscienza di pace.

Si dava inoltre l’obiettivo concreto di verificare e mettere a punto in tempi brevi metodi educativi e curricula per arrivare a definire a livello europeo un concreto e comune curriculum per l’educazione alla pace, in ambito formale e non formale. Questo quadro, continuava la petizione, dovrebbe essere presentato all’inizio della prossima “Decade per la cultura di pace e non – violenza per i bambini del mondo” (2001 / 2010) proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Oggi dichiariamo la nostra disponibilità concreta ad agire in tale direzione, dotandoci di adeguati strumenti organizzativi e inserendo comunque tale impegno in un ampio quadro di riferimento politico europeo.

Di fronte alla gravità e novità dei problemi legati alla globalizzazione – in cui i poteri che contano diventano sovranazionali – l’Europa Unita, per evitare il fallimento, deve poter giocare un ruolo decisivo. dotandosi di politiche di intervento nell’ambito della formazione delle giovani generazioni vista in una ampia prospettiva europea. Sono necessari efficaci strumenti operativi e coraggiose sperimentazioni pilota; l’esperienza comune è da ritenersi la centralità al fine di creare valori condivisi che siano guida per uno sviluppo democratico e rispettoso delle culture diverse. Noi pensiamo – sulla base di quanto realizzato insieme in questi anni – di poter proporre qualcosa in merito.

ANALISI DELLA SITUAZIONE E DEFINIZIONE DI PRIORITA’ DI INTERVENTO

La ricchezza dell’Europa è la sua cultura; la povertà del nostro continente è data invece dalla difficoltà di integrazione delle culture, ancora troppo strettamente nazionali. Un passaggio obbligato per questo arricchimento è la valorizzazione e l’integrazione delle diversità; quindi il futuro del nostro continente si gioca a livello di risorse umane ed anche di valori. Valori storici di libertà, solidarietà, diritti umani ai quali si sono aggiunti nuove istanze di protezione dell’ambiente e di garanzia di futuro per le nuove generazioni, attraverso la pace e la realizzazione dello sviluppo sostenibile, anche come risposta alla crisi occupazionale.

La transizione epocale che si è aperta verso una società basata sulla conoscenza necessita di una educazione e formazione rivolta a tutti che sia di alta qualità, non solo dal punto di vista delle conoscenze tecniche ma anche della prospettiva etica. Alla diffusione del sapere si deve affiancare anche la creazione del senso della vita e il rinnovamento della prospettiva politica. L’Europa ha il compito di riorientare l’Occidente, che sta continuando a sbagliare, perpetuando una prospettiva materialistica, economicistica e disattenta al valore della persona umana, che non trova oggi nessuna seria riconsiderazione e riflessione critica che consideri la necessità di superare tale radicato condizionamento culturale di origini, credi, interessi, dotandosi di adeguate strategie di cambiamento.

L’Europa vive un momento delicato; l’allargamento ad Est e l’attivazione di delicati percorsi di pace nell’area balcanica, la crescente presenza di immigrati dal Sud richiedono non solo attenzione agli aspetti economici ed istituzionali ed agli equilibri interni. E’ infatti richiesta una nuova valorizzazione del tema della democrazia – intesa come processo in continua crescita e che mai può “congelarsi” – ma anche la messa a tema di una identità comune, basata su valori storici e civili condivisi. Valori che vanno proiettati e promossi in uno scenario non solo continentale ma planetario, visto che la globalizzazione corre il rischio di assolutizzare l’economia e di prescindere dai valori. L’educazione è lo strumento fondamentale per garantire questi aspetti.Deriviamo quindi quelle che secondo noi sono le priorità di intervento, sulle quali sentiamo di dichiarare che intendiamo dare continuità al nostro impegno di questi anni:

dare sviluppo alla capacità di lettura critica della realtà, attraverso la discussione partecipata e facendo cogliere ai giovani, attraverso l’accoglienza nella partecipazione, il valore della “società aperta”;

educare alla comprensione e gestione della propria vita nella complessità tecnologica, sociale, ecc., promuovendo a livello di giovani e gli adulti una adeguata capacità di gestione dell’incertezza, basata su una sicurezza costruita sul proprio se;

realizzare un senso condiviso di identità europea tra i giovani dell’Ovest, del Centro e dell’Est dell’Europa, che si proietti verso il Mediterraneo, l’America Latina e sul palcoscenico del mondo, formando nuove generazioni che siano capaci di influire globalmente su una cultura di democrazia planetaria;

consolidare la democrazia come valore comune ed evidenziare la ricchezza dialogo inter-culturale nell’ambito del civile, dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile, rifiutando ogni chiusura o rischio di totalitarismo che si cela nell’avversione viscerale all’incertezza e nel populismo;

promuovere di reti di cooperazione a livello della società civile di diverse nazionalità, nell’intento di rendere la società civile sempre più forte e competente, ovvero capace di promuovere interessi generalizzati in grado di influenzare e far funzionare le istituzioni della democrazia rappresentativa;

creare nuove opportunità di lavoro attraverso la creatività, in particolare rivolte ai giovani, legate allo sviluppo sostenibile e all’uso comunicativo dei nuovi media

Per intervenire in modo più efficace proponiamo quindi la costituzione di un organismo di livello europeo che operi sul tema della formazione dei giovani, promosso e gestito in chiave di partnership tra istituzioni pubbliche, società civile e aziende private,

UTENZA

L’istituto avrà come propria utenza:

Professori delle superiori e della formazione professionale

Giovani responsabili di associazioni e cittadini impegnati o interessati al volontariato ambientale, umanitario, interetnico

Giovani professionisti di aziende e di enti locali operanti a livello internazionale

OBIETTIVI GENERALI DELL’ORGANISMO

L’istituto intende formare il giovane europeo del 21° secolo proiettato e lanciato nel mondo, sempre più globalizzato, del futuro. Si ritiene prioritario concentrarsi sulla fase immediatamente successiva all’obbligo scolastico e di primo inserimento lavorativo, dove il ruolo professionale individuale si definisce e si consolida.

L’organismo intende operare per un profondo rinnovamento della formazione della professionalità, dal punto di vista dei contenuti, dei sistemi didattici e dei metodi educativi, con una scelta di campo che privilegia la verifica e l’applicazione pratica del sapere attraverso l’esperienza diretta.

Si ipotizzano le seguenti aree tematiche:

Intervento umanitario fra rifugiati e in aree di conflitto

Animazione comunitaria interetnica

Sviluppo sostenibile e applicazione territoriale dell’Agenda 21 Locale

Si prevede di operare attraverso:

Studio di programmi educativi europei basati sul dialogo inter-culturale e di adeguate modalità di diffusione a livello internazionale

realizzazione di un programma di scambi e co-operazione europea in ambito educativo e della comunicazione

svolgimento di momenti di formazione di formatori e di giovani, creando anche nuove opportunità di formazione / lavoro

OBIETTIVI SPECIFICI ED ATTIVITA’

Ricerca

Obiettivi specifici:

Sviluppare ricerche valutative al fine di determinare gli effetti dei programmi educativi, a livello del sistema formativo formale che informale, relativamente allo sviluppo da parte dei giovani di conoscenza, capacità e tratti di carattere essenziali per lo sviluppo della democrazia e del dialogo inter-culturale

Studio, valutazione e analisi dei sistemi educativi (curriculum, metodologia e organizzazione della struttura, sistemi premianti, sistema di valutazione) formali e non formali all’interno dell’Unione Europea ma anche al di fuori di questa, con attenzione sia agli Stati Uniti d’America e al Giappone come agli altri paesi del mondo che interagiscono con l’Europa

Attività: a tale fine verranno organizzate

indagini

sondaggi

congressi scientifici

pubblicazioni

Scambi e co-operazione europea

Obiettivi specifici:

Rendere disponibili un curriculum esemplare e programmi di formazione per docenti e animatori giovanili, con particolare attenzione ai temi della pace, dell’intercultura.

Creare ed implementare programmi educativi e di comunicazione per avvicinare i giovani e gli studenti dei paesi dell’Unione Europea al fenomeno della transizione democratica dei paesi di nuova democrazia, a partire da quelli dell’Est europeo

Procurare strumenti per lo scambio di idea e di esperienze tra responsabili politici, educativi (a livello di scuola, associazionismo giovanile, servizi per i giovani), dei mezzi di comunicazione di massa sia del settore pubblico come anche privato delle varie nazioni partecipanti

Attività: a tale fine verranno organizzate

visite

traduzioni di materiali

scambi attraverso Internet

co-produzioni tra reti televisive di diversi paesi europei

Formazione

Obiettivi specifici:

Assistere nell’implementazione di detti programmi o nella ricerca congiunta a tale riguardo

Creare anche nei nuovi paesi la conoscenza dei principi di base della democrazia europea, costituzionale, pluralistica e partecipativa

Educare alla responsabilità e all’autoimprenditorialità, alla creatività e all’innovazione

Formare alla conoscenza e utilizzo dei nuovi media come strumento di partecipazione politica, di creazione di reti di cooperazione nella società civile e tra diverse nazionalità

Attività: a tale fine verranno organizzati

Seminari

Case studies

Corsi residenziali estivi

Corsi a distanza attraverso Internet

Stages

Tirocini in progetti di formazione / lavoro

STRUTTURA

Prevediamo la costituzione di un specifico organismo / istituzione, dotata di una struttura, leggera e flessibile ma efficace, che preveda un centro coordinatore e tre centri operativi. Tale centro dovrà necessariamente essere improntato alla multimedialità. La logistica potrebbe essere risolta utilizzando strutture già esistenti – di enti pubblici o di ONG – con le quali il nuovo organismo dovrebbe sottoscrivere accordi di convenzione. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la realizzazione del programma.

Inizialmente andranno attivate tre situazioni operative, che vengono così ipotizzate:

Milano: centro coordinatore + struttura operativa “A”;

Monaco di Baviera o Francoforte sul Meno: struttura operativa “B”;

Barcellona: struttura operativa “C”.

La struttura dovrebbe prevedere due livelli: un livello di rappresentanza “politica d’onore” e un livello “tecnico / operativo”.

Il livello di rappresentanza politica d’onore è costituito da un Comitato, che potrebbe prevedere come membri (NB: la definizione qui proposta è puramente indicativa): il rappresentante UE, il rappresentante dei governi nazionali, il rappresentante delle regioni / municipalità, il rappresentante degli sponsor privati, il Presidente e il Segretario rappresentante dell’organismo / istituzione in quanto tale..

Il l’organismo / istituzione in quanto tale dovrebbe in particolare rappresentare il livello tecnico/operativo, con queste funzioni:

progettazione e gestione dei programmi

coordinamento lavori della Presidenza

finanziamento e coordinamento sponsor privati

pubbliche relazioni e immagine

FINANZIAMENTO

Avverrà attraverso contributi delle istituzioni pubbliche e delle aziende promotrici, oltre che di sponsor che si potranno aggiungere. Alcuni servizi potranno prevedere una limitata quota parte pagata dagli interessati al servizio stesso.

REALIZZAZIONE DELLO STUDIO DI FATTIBILITA’

Nello studio di fattibilità verrà impegnato un gruppo di lavoro costituito dalle seguenti persone con solida esperienza professionale relativamente ai contenuti sviluppati dal progetto.

13 maggio 2000

Roberto Albanese

http://www.greenman.it

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